La Galleria dei Prigioni

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I Prigioni o gli Schiavi

Sulla parete d’ingresso della Galleria dei Prigioni, ai lati della porta, potrete ammirare i dipinti dei due profeti Isaia e Giobbe di Fra Bartolomeo. I profeti, ritenuti vicini per tema gli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina, con la nuova sistemazione rappresentano l’inizio di un viaggio verso la eccezionale scoperta delle opere del grande maestro culminante davanti alla sublime statua del David. Ed è proprio questo lo scopo della galleria: accompagnare in un grande crescendo il visitatore alla scoperta di Michelangelo, fino ad arrivare alla perfezione anatomica del suo capolavoro.

galleria dei prigioni

La Galleria dei Prigioni

La sala, che un tempo ospitava i “Quadri Antichi”, prende il nome dalle 4 sculture di nudi maschili di Michelangelo: gli Schiavi o Prigioni, opere scolpite per il mausoleo di Papa Giulio II a Roma. Le quattro sculture sono parte di una serie di sei statue ( le prime due si trovano al Louvre di Parigi), superiori di massa al naturale, incatenate in varie pose come prigionieri, non liberate dall’artista interamente dalla materia e pertanto incompiute.
Inizialmente avevano arredato la Grotta del Buontalenti nel Giardino di Boboli, quivi collocate per volontà del Granduca Cosimo I° a cui furono donate da Leonardo Buonarroti, nipote del gande artista, dopo la sua morte. I nuovi arrivi furono collocati dopo il vestibolo dell’ingresso di via Ricasoli nella prima galleria,
 insieme al famoso gruppo del San Matteo, già presente in Accademia, a cui si aggiunse la Pietà di Palestrina, ( gruppo marmoreo raffigurante drammaticamente Gesù morto che si accascia sulle proprie gambe e sostenuto dalla Madre), proveniente dalla Cappella di Palazzo Barberini a Palestrina vicino Roma, dietro acquisto dello Stato Italiano nel 1939.