La Galleria dell‘Unità d’Italia

Dopo l’Unità d’Italia, la Galleria si arricchisce di una copiosa quantità di opere moderne per cui venne riconosciuta come Galleria Antica e Moderna e formò il primo museo d’arte contemporanea nel nascente stato italiano.

david dettaglio volto

Dettaglio del volto del David di Michelangelo

Nel 1872, dopo alcuni decenni di attenta e assidua osservazione da parte di tre commissioni di studio appositamente costituite per valutare lo stato di conservazione del marmo, avviene un evento di portata storica che segnerà la vita futura della Galleria. Sulla scorta dei risultati allarmanti forniti dagli esperti, viene deciso dal Comune di Firenze di trasferire il blocco marmoreo del David di Michelangelo dalla scalinata di Palazzo Vecchio, ove rischiava di essere compromessa la sua integrità fisica per la lunga e continua esposizione all’ambiente esterno, in via Ricasoli all’interno della Galleria dell’Accademia per la quale occasione venne appositamente costruita una tribuna a pianta rettangolare raccordata ad una esedra semicircolare, posta in fondo alla sala dei quadri antichi (oggi Corridoio dei Prigioni), con chiusura in alto da lucernario per l’illuminazione naturale della grande opera.

Nel 1882 si registra un’altro episodio importante per la Galleria dell’Accademia, l’inagurazione del Museo Michelangiolesco nell’ occasione del centenario della nascita del grande maestro, con l’esposizione dei calchi delle sue maggiori opere, quali i sepolcri della famiglia Medici, il Mosè, la Pietà Vaticana, la Pietà Rondanini, il Cristo della Minerva, i Prigioni che facevano da contorno alla statua originale del David da poco collocata in galleria entro la tribuna del De Fabris. Nel frattempo si registra anche il distacco della Galleria dall’Istituto delle Belle Arti e la sua annessione alle Regie Gallerie e Musei, a conferma delle nuova tendenza dell’ Accademia volta più che altro a promuovere l’arte contemporanea ( in effetti in quello stesso periodo Firenze attraversava uno dei momenti più fecondi di produzione artistica grazie al Movimento dei Macchiaioli) e non più alla riproduzione di soggetti classici e del passato secondo lo spirito prevalso ai tempi dell’ insediamento della scuola leopoldina, per cui la collezione delle opere d’arte divenne prevalentemante oggetto di conservazione e documentazione e testimonianza di periodi storici trascorsi. In coerenza con tale nuovo indirizzo, su via Ricasoli viene aperto un accesso diretto per la visita della Galleria.